Ascensione, potenza di Dio

Nella lettera agli Efesini, l’apostolo scrive della potenza benigna di Dio, dicendo:

Questa potente efficacia della sua forza egli l’ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo, al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro.

Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti. (Efesini 1:20-23)

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Ascensione Potenza di Dio

Dunque, la potenza di Dio si mostra nella resurrezione di Cristo e insieme nella sua Ascensione. L’Ascensione segue necessariamente la resurrezione, innanzitutto per un motivo ovvio: dopo la resurrezione, il Cristo risorto ha un corpo glorioso, non terrestre, è sempre lui, ma è anche differente. Dove avrebbe potuto o dovuto vivere? La nuova realtà del corpo di Cristo ha bisogno di una nuova dimensione, di un nuovo luogo.

Infatti, la realtà della resurrezione è diversa dalla realtà terrena. Anche se noi confessiamo come chiesa nel Credo la resurrezione dei corpi, cioè delle persone, non dobbiamo però interpretarla come riferita ad un corpo terreno. Infatti là corpo è opposto a sogno, a evanescenza, come nell’Ades pagano venivano immaginati i defunti. Non immaginiamo qualcosa di ingenuo e sbagliato, ma annunciamo che la morte viene superata.

L’Ascensione di Gesù rappresenta allora la possibilità di vita “nei cieli”, diremmo in maniera classica, della nostra umanità, “vado a prepararvi un luogo” aveva detto Gesù, nell’annunciare la sua morte. La potenza di Dio crea un luogo per vivere eternamente nella gioia e nella comunione con il Signore.

L’Ascensione parla dunque del fatto che saremo con Dio, della nostra accoglienza presso il Signore, dell’accettazione della nostra umanità risorta presso Dio. La potenza di Dio si mostra anche nell’accoglienza della nuova umanità, nel darci salvezza in eterno. Questa è la speranza cristiana.

Ascensione Signoria di Cristo

L’Ascensione però parla di qualcosa che riguarda direttamente l’oggi. Ci viene detto dell’innalzamento di Cristo al di sopra di tutto. Con l’Ascensione Gesù diventa il Signore. Signore di ogni cosa, tutto è posto sotto i suoi piedi: principati, autorità, potenze. E non è solo una questione “dei cieli”, ma di adesso.

Chi sono queste signorie, potenze? L’apostolo sta parlando soprattutto di realtà complesse potremo dire sociali, economiche e politiche, che trascendono i singoli, ma che vivono attraverso le persone.

Alcuni esempi: a) le grandi dittature non si reggono solo sulla follia e l’ambizione smisurata di potere di alcuni dittatori, ma sull’accettazione e il sostegno di tanti singoli b) la cultura della criminalità organizzata, che inquina il tessuto sociale, le aziende, che spesso è diretta da persone all’apparenza rispettabili, è una cultura di sopraffazione e violenza c) Ancora, più in generale, quante ingiustizie non si riescono a risolvere per via delle implicazioni economiche, politiche, culturali e via dicendo che ci sono? C’è ancora la fame nel mondo! Magari tutte le persone sono civili e buone, ma il meccanismo rende tutto impossibile, come infine dicono sconsolati alcuni. d) E la cultura della violenza contro le donne, non si alimenta anche di pregiudizi culturali oltre che della follia di un individuo? Il male, come diciamo in una sola parola, ha una realtà vera e concreta nella nostra esistenza. Ma tutto ciò, ci viene detto dall’apostolo, è ora sotto la potestà di Cristo.

Questo significa che il male, anche se purtroppo ci sarà sempre sulla terra, può essere contrastato e limitato in noi e da noi. Come?

Chiesa come corpo di Cristo

L’ultima parte del testo letto ce lo indica o almeno ne indica un aspetto. Prima infatti c’era scritto di Cristo come capo di tutto, poi come capo della Chiesa. È una specie di restrizione, che in un primo momento può sorprendere, ogni cosa è posta sotto di lui, ma in particolare è capo supremo della chiesa.

Perché la chiesa, ci viene detto, è la maniera con cui il Cristo porta a compimento la sua missione, completa la sua missione: a) il raggiungere con l’evangelo tutte le genti b) il diffondere il suo amore e la sua pace, come si legge in seguito c) il dare speranza e la lotta all’ingiustizia, al male, alla disperazione.

La lotta contro i principati di questo mondo, la lotta contro il male, dunque, l’affermazione della pace, tutto ciò viene portato avanti dal Signore Gesù Cristo attraverso il suo corpo che è nel mondo, da quell’organismo che è la Chiesa, non istituzione, ma insieme di credenti mossi dallo Spirito.

Ovviamente questa lotta è non è una lotta violenta o armata, ma una lotta spirituale, non contro persone come è scritto dopo, ma contro i principati e le autorità perverse di questo mondo. Ma questa lotta è ovviamente anche concreta e attuale. Vedete quale responsabilità e quale missione abbiamo come insieme dei cristiani!

A volte siamo scettici: proprio la Chiesa, così imperfetta? Ma attraverso questa Cristo opera con la potenza dello Spirito. Se diciamo che non siamo in grado di far molto per affrontare le disgrazie e le difficoltà del mondo, non stiamo ragionando come cristiani che confidano nell’unico Signore, ma come se le potenze di questo mondo avessero ragione.

Ascensione contro la rassegnazione

L’Ascensione parla allora contro la rassegnazione. La nostra predicazione come chiesa dovrebbe essere sempre contro la disperazione, contro l’ansia, contro la mancanza di senso che colpisce le persone a causa delle potenze di questo mondo.

L’annuncio dell’Ascensione dice che il Signore di ogni cosa, è Gesù Cristo, che ha vinto la morte e ogni altro potere gli è inferiore e non deve far paura più di tanto. La predicazione della Signoria del Cristo, completa l’annuncio cristiano facendoci sapere che il Signore effettivo di ogni cosa è anche il nostro Salvatore.

Non è che non si morirà più per guerre o per ingiustizie, ma si vivrà sapendo che non è rintanandosi che si ha vita.

E non è che andrebbe meglio se si rinunciasse alla libertà e all’amore del prossimo. E non è che si vivrebbe felici se ci si adeguasse alle mafie e alle culture di violenza…

Cercando di essere nel nostro mondo al servizio del Signore Gesù Cristo, capo della Chiesa, si vivrà pienamente, si sarà vivi e in pace interiore. Affidiamoci allora a questo Signore e non ad altri, che ci chiama alla fede, alla speranza e all’amore, e avremo vera vita. Amen